NAPOLI. E’ nel cuore della città di Ercolano che si snoda la tradizione del “casaro” che presto diventerà una professione. La proposta è stata avanzata dal Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana DOP, da Fondimpresa e Erfap UIL Campania.

L’idea-richiesta di inserire il casaro tra le professioni riconosciute è stata lanciata durante l’ultima “filiera bianca”, tenutasi al MAV, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano. Il gap va colmato proprio alla luce delle eccellenze agro alimentari campane, conosciute in tutto il mondo.

L’intento è che il casaro diventi l’esperto nella produzione casearia sotto il cui occhio il latte di bufala si trasforma e diventa mozzarella. Una figura che avrà un ruolo importante nella produzione e nella determinazione della qualità nel prodotto finale. Termina probabilmente così quella tradizione che vede il casaro come mero operatore che svolge empiricamente e genericamente le tecniche della lavorazione tramandate di padre in figlio o da vecchi casari.

Nella miriade delle piccole realtà aziendali spesso la figura del casaro coincide con quella del proprietario, dello stesso imprenditore, del commerciante e dell’operaio. Ora dovrà assumere il ruolo di tecnico abilitato, di interfaccia con il proprietario, i consulenti, i dipendenti, i fornitori e non meno con gli organi di controllo.

L’assessore con delega al lavoro in regione Campania, Severino Nappi, ha assicurato il finanziamento per i necessari percorsi formativi destinati alla formazione di questa figura professionale che si articoleranno in un minimo di 600 ore e saranno finanziati dalla Regione Campania, in modo da realizzare anche in Campania le condizione che già esistono in altre regioni ed in altri contesti nazionali.

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