La domanda di riconoscimento della denominazione Coppa di Parma è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea. Tra meno di sei mesi, se gli Stati membri non si opporranno, la Coppa di Parma sarà iscritta nel registro ufficiale europeo delle DOP e IGP.

Coppa di Parma: la zona di produzione

La zona di produzione della Coppa di Parma IGP è identificata dall’intero territorio amministrativo delle Province di Parma, Modena, Reggio Emilia, Mantova, Pavia, e dai comuni lungo la fascia del Po che rientrano nel territorio amministrativo delle province di Lodi, Milano (San Colombano al Lambro), Cremona.

Il gusto della Coppa di Parma IGP

La Coppa di Parma IGP si distingue dagli altri prodotti della stessa categoria merceologica per il sapore tipico con il giusto grado di sapidità, per la consistenza media, per la sua omogeneità e magrezza, e per la sua colorazione uniforme, rossa nella parte magra e rosea nella parte grassa. Altre caratteristiche che differenziano la Coppa di Parma da altre coppe prodotte nelle zone limitrofe sono la morbidezza della fetta e la scarsa rilevanza delle spezie adottate nella concia.

La storia della Coppa di Parma

La reputazione della Coppa di Parma IGP è dimostrata da numerosi documenti recanti riferimenti e citazioni relative al prodotto in argomento. Già alla fine del secolo XVII si trovano riferimenti alla Coppa di Parma, quale “bondiola” o “salame investito”, ovvero insaccato.

All’inizio del 1700 la Coppa di Parma viene citata nelle memorie dei viaggiatori, quale prodotto tipico del luogo. In un inventario, redatto nel 1723 si enuncia che per poter entrare a far parte della corporazione dei “lardaroli” è necessario possedere un certo numero di salami e bondiole.

Alla Coppa di Parma fa riferimento anche una stima degli ufficiali dell’arte dei lardaroli (1750) e una grida del 21 aprile 1764.

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