E’ stato confermato dall’Unione Europea il rifinanziamento fino al 2014 del progetto  Sapori d’Europa presentato dal CSO  per proseguire le attività già in corso da tre anni.

Il Progetto, dal valore complessivo di quasi 4,7 milioni di euro è co-finanziato dalla Commissione Europea, dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dal CSO.

Le attività vedranno coinvolte 14 imprese del calibro di Apo Conerpo, Apofruit, AFE, Mazzoni, Pempa Corer, Orogel Fresco, Granfrutta Zani, OPO Veneto, Lagnasco, Conserve Italia, Oranfrizer e prevede la realizzazione di iniziative promozionali sull’ortofrutta fresca e trasformata.

I Paesi coinvolti saranno: Russia, Stati Uniti, Canada e Giappone.

“Si tratta di un risultato importante , dichiara Paolo Bruni – Presidente del CSO – abbiamo la possibilità con questo progetto di proseguire le attività messe in campo in  questi tre anni e che hanno portato risultati molto positivi per la produzione italiana. Basti pensare che – continua Paolo Bruni – in questi tre anni l’export ortofrutticolo  ha segnato una crescita importante, in Russia ad esempio, siamo a +50%  nel triennio”.

Il Progetto Sapori d’Europa si propone, attraverso diverse azioni promozionali e pubblicitarie di far conoscere ed apprezzare ai consumatori internazionali la qualità e il valore dell’offerta italiana facendo leva sugli aspetti della dieta mediterranea, con una particolare attenzione ai prodotti che più ci rappresentano come pere, pesche e nettarine, agrumi, susine, kiwi e radicchi.

Non mancheranno naturalmente i trasformati, dalla passata di pomodoro alle verdure in scatola che rappresentano ingredienti di qualità per la cucina mediterranea ed i succhi di frutta e spremute.

“Il nostro Progetto – dichiara Luciano Trentini – direttore di CSO presenta delle novità nella riedizione appena approvata che riguardano  l’ampliamento dei Paesi destinatari con l’ingresso del Canada e la possibilità di realizzare in Giappone azioni promozionali su tutti i prodotti e non solo sull’arancia rossa. Ritengo – conclude Trentini – che le imprese associate al CSO che sostengono il progetto avranno una grande  opportunità in questi tre anni per poter consolidare la loro presenza in paesi terzi , sempre più interessati al nostro modello di produzione.”

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