E’ particolarmente grave che per ogni euro di spesa per prodotti alimentari solo 20 centesimi giungano nelle tasche delle agricoltori e il resto si perda nei meandri della filiera. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i contenuti del rapporto Ismea ”Check up 2012: la competitività dell’agroalimentare italiano” che fa il punto sullo lo stato di salute del settore.

A pesare negativamente sulla redditività dell’agricoltura italiana è la riduzione dei prezzi pagati alle imprese agricole per effetto dello strapotere contrattuale degli altri soggetti della filiera, ma anche per la concorrenza sleale dovuta alla mancanza di trasparenza nell’informazione ai consumatori che permette di spacciare come Made in Italy prodotti importati.

“Un deficit di giustizia nella filiera e di verità nei confronti dei consumatori – sostiene il presidente della Coldiretti Sergio Marini – reso possibile dalla mancanza della politica”.

Eppure il modello agricolo italiano è vincente nel mondo dove ha conquistato primati nella qualità, tipicità e nella salubrità delle produzioni, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana, che è praticamente il doppio di quella di Germania, Francia e Spagna e il triplo di quella Inglese.

“E’ proprio per rispondere alla crisi che attanaglia il Paese e per riportare giustizia e verità che abbiamo avviato – conclude Marini –  il progetto della “Filiera agricola italiana”, un impegno che se da un lato va a salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, il rispetto dell’ambiente e della biodiversità, dall’altro garantisce ai consumatori giusta qualità e quantità, genuinità e sicurezza degli alimenti, conciliando i bisogni di consumatori e di produttori”.

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