Il meridione d’Italia sembra più unito quando arrivano le festività natalizie, forse perché si legge in quelle immutate tradizioni un comun denominatore che, in altri periodi dell’anno, sembra perdere i suoi contorni.

Tra i luoghi più suggestivi senz’altro l’isola di Ischia che d’inverno è un po’ come un grande presepe. Le giornate sono caratterizzate dallo scirocco, il ponente o la tramontana, i tre venti dominanti che condizionano le giornate degli isolani.

Le noci, i dolci fichi essiccati al caldo sole dell’estate, i roccocò, un bicchiere di vino novello, un goccio di nocillo o di limoncello fatto in casa, una partita a carte davanti al camino scoppiettante, la confusione delle tombolate familiari ed altro ancora, sono gli elementi caratterizzanti di una società che ritorna ai suoi valori millenari di cordialità, calore e tradizione.

Per gli amanti del divertimento, molti comuni di Ischia organizzano per il veglione di Capodanno una festa in Piazza, ogni anno vengono invitati dj ed ospiti dello spettacolo per animare la nottata del 1° dell’ anno, diversi poi sono i locali notturni principalmente ubicati ad Ischia ed a Forio, che organizzano il veglione in discoteca.

Ma tra le esperienze da non perdere è il Mercato del Pesce alle prime luci dell’alba del 24 dicembre ad Ischia, Napoli e Pozzuoli è più animato di qualunque altro giorno. Si parte da casa ancora con il buio per acquistare quel pesce freschissimo che non potrà mancare sulla tavola della vigilia.

I pescatori espongono la loro merce sulle “spaselle” di legno, i pesci si muovono ancora, i “capitoni” sono vivi, le vongole nelle tinozze profumano di alghe, il baccalà sta a spugnare, lo “stoccafisso” è rigido e incartapecorito sotto i diamanti di sale.

Recarsi al mercato del pesce alla vigilia di Natale è una delle tradizioni più antiche di Ischia e di tutta la costa campana, una scena immutata da secoli, con gli acquirenti che tirano sul prezzo, i pescatori che reclamizzano la bontà del pescato a gran voce, con quella sorta di canto ritmato che caratterizza i venditori ambulanti del sud, una vera e propria melodia arabeggiante che è un richiamo seducente all’acquisto.

Non è difficile imbattersi negli zampognari, figure straordinarie e antiche. Già alle prime luci livide dell’alba sono in giro per borghi e case a suonare vecchie melodie religiose con strumenti ancora più antichi. Vengono dalle regioni del profondo sud come la Calabria, dal Molise e dalle montagne dell’Abruzzo, parlano di transumanza e di mestieri scomparsi e quando appaiono il Natale è vicino.

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