Ci può capitare spesso di passare vicino a monumenti di grande spessore storico e architettonico senza rendercene conto, magari perché non noti al grande pubblico o mal pubblicizzati.
Uno di questi, che si trova lungo l’asse viario che collega Napoli a Salerno, è sicuramente il Battistero Paleocristiano di Santa Maria Maggiore, a Nocera Superiore (per chi viene dall’autostrada raggiungibile tramite l’uscita di Nocera Inferiore).
Si tratta di un edificio religioso antichissimo, in cui si entra quasi in punta di piedi, colpiti dalla spiritualità e dall’imponenza del luogo.
Non appena varcata la soglia si viene accolti immediatamente da una doppia fila di trenta grandi colonne su cui poggia una cupola di notevoli dimensioni; l’insieme avvolge una vasca battesimale di ben sette metri di diametro e 130 centimetri di profondità, la seconda per dimensione in Italia dopo quella di San Giovanni in Laterano a Roma, decorata con croci in stile greco, utilizzata all’epoca per il battesimo a immersione.


Le colonne binate, simili a quella della basilica di Santa Costanza di Roma, sono tipiche anche di molte basiliche nordafricane dello stesso periodo, il che fa pensare all’influenza di coloni nocerini stanziatisi nella Numidia che, successivamente alla fine dell’impero romano, rientrarono in parte nella terra di origine.
La struttura, chiamata anche “La Rotonda”, venne costruita probabilmente nella seconda metà del VI secolo d.C. su modelli bizantini probabilmente come cattedrale della diocesi nocerina, su resti di precedenti edifici romani, come risulta da resti pavimentali ancora oggi ben visibili.
Le colonne, recuperate da preesistenti edifici romani, sono differenti tra loro e offrono al battistero la vivace policromia interna. Completamente differenti anche i capitelli. Particolarmente interessanti quelli prelevati dal tempio di Nettuno, ornati da delfini.
All’esterno del colonnato sono stati riportati alla luce mosaici e struttura di età romana appartenuti alle domus romane.


Nell’edificio sono presenti due piccole cappelle medievali che ospitano degli affreschi del Trecento e del Quattrocento attribuiti alla scuola senese di Andrea Vanni, che illustrano scene del Nuovo Testamento: la Natività, con il Bambino nella culla sotto un tetto di paglia mentre gli angeli annunziano il lieto evento; il Battesimo di Gesù; la Madonna in trono con il Bambino in grembo; la Resurrezione; l’immagine solenne di Cristo Signore del Mondo che domina tutta la volta a botte e, infine, i visi di alcuni personaggi liberati dal Limbo con Gesù che regge il bianco vessillo e la croce.


Nel corso dei secoli questa struttura dalla interessante stratificazione storica ha rischiato diverse volte di scomparire. Quando nel 1137 Ruggiero II distrusse la città, la sua seconda moglie, Sibilla intercedette affinché non venisse distrutta. Un nuovo pericolo arrivò nel 1758 durante la costruzione della Reggia di Caserta quando gli emissari di Carlo di Borbone andarono alla ricerca di materiale di spoglio da utilizzare per il progetto, idea che venne poi fortunatamente abbandonata.
Si accanirono però anche accadimenti naturali, soprattutto di tipo alluvionale, che causarono importanti allagamenti, e anche l’eruzione del Vesuvio del 1944 le cui ceneri sfondarono la cupola originaria.


All’interno è presente anche un piccolo Lapidarium, composto dai reperti marmorei emersi dagli scavi all’interno e nei dintorni della struttura, tra cui frammenti di epigrafi commemorative e funerarie che vanno dall’età augustea a quella tardo antica.
Le dimensioni dell’ambiente, unite alla sua sacralità e ricchezza di elementi storico-artistici lascia tanto stupefatti quanto soddisfatti della visita da renderla assolutamente doverosa per chi si rechi nell’area nocerina.

Rispondi

Please enter your comment!
Please enter your name here