Ci vuole qualche giorno per fare il punto di  tre giorni di piatti innovativi, prodotti eccellenti, chef star e di una marea di giornalisti e foodblogger. Personalmente ricordo ancora la prima edizione alla Borsa di Milano, che emozione…sembra siano passati più di sette anni.

Il Congresso lo avevo già visto in Spagna, a San Sebastian, a “Lo Mejor de la Gastronomia” di Rafael Garcia Santos. Gli spagnoli, che erano sul tetto del mondo tanto che sembravano inarrivabili, ora credo debbano ricredersi e incominciare (con tutti gli altri cuochi stranieri) a venire a Milano per annusare il nuovo, e mi meraviglia che non sia ancora accaduto!!!

Sono stati sette anni in cui la Cucina d’autore italiana ha accelerato e fatto il punto, prova ne è la nomina di Bottura a miglior chef del mondo.

Le nostre grandissime materie prime e l’affinamento della tecnica hanno fatto sì di non essere secondi a nessuno. Ma cosa ho respirato a Milano, oltre ai pm10 sopra il livello di guardia? Ecco  alcune riflessioni:

1) Le guide tradizionali nel congresso della “Cucina Italiana” non erano presenti e nessuno ne ha sentito la mancanza, nel 2011 le cose succedono tutti i giorni e si diffondono su Internet ed una guida che esce una volta l’anno non può più competere con questa velocità.

2) La grande cucina italiana che sicuramente esiste, ha ancora un suo pubblico di massa come in Francia e Spagna. In Italia ora più che mai si parla di Bottura, ma i più mangiano in trattoria o pizzeria e si stra-vende ” Cotto e Mangiato “.

3) Inaki Aizpitarte “sexychef” di Identità Golose, con il suo Châteaubriand “bistrot” che non fa bistronomia (dice Andrea Petrini)  ma alta cucina a prezzi da bistrot,  ha lanciato un messaggio forte: “E’ più bello, comodo ed economico mangiare cucina d’autore in maniera più semplice a  50-60 euro, che spendere 200 euro e stare seduti per 4 ore in ristoranti troppo formali e inutilmente eleganti”.

4) Quello che ancora manca al Congresso è un vero clima di confronto e di scambio tra cuochi famosi e non, bravi e meno bravi, giovani e meno giovani.

5) La cucina italiana è ignorata dai politici e dal Ministro del Turismo, eppure è uno dei più grandi motivi per cui gli stranieri vengono in vacanza in Italia.

6) La cucina del Sud…

La cucina del Sud ha un problema: non riesce ancora ad emergere, materie prime straordinarie e grandi tradizioni non riescono ad attirare a sufficienza un pubblico “gourmet”, fatta eccezione per la “Divina Costa” e qualche eccellenza in Sicilia.

La ristorazione del Sud non ha quel pubblico che gli permetterebbe di competere a livello nazionale, qualcosa si muove…ma manca la cultura gastronomica e il turismo…eppure speriamo.

(FINE PRIMA PARTE)

Francesco Rizzuti 

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