Gli italiani hanno speso di più per acquistare acqua che per il vino i cui consumi sono ulteriormente calati dell’uno per cento a meno di 40 litri per persona in un anno, praticamente dimezzati rispetto a 30 anni fa.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly dalla quale si evidenzia che, l’acquisto dell’acqua minerale con 19 euro al mese per famiglia è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera quella per il vino stimata pari a 18 euro nel 2011.

Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani è stato accompagnato da una maggiore attenzione alla qualità ma a far calare la domanda insieme al cambiamento delle abitudini alimentari soprattutto nelle ristorazione sono state le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana.

Il calo nei consumi nazionali è evidenziato anche dal fatto che nel 2011 si è addirittura bevuto più vino italiano all’estero che in Italia: sono stati esportati 24 milioni di ettolitri di vino a fronte di una produzione nazionale stimata di poco superiore a 40 milioni di ettolitri, la più contenuta degli ultimi 60 anni.

Il risultato è che sono aumentate del 42 per cento le importazioni di vino straniero in Italia che nel 2011 hanno raggiunto un quantitativo record di 2,45 milioni di ettolitri, il massimo storico.

Più della metà del vino importato in Italia viene dalla Spagna che ha triplicato in un solo anno le sue spedizioni verso il Belpaese e per oltre l’80 per cento si tratta di vino sfuso.

Se l’arrivo è stato favorito quest’anno da una vendemmia scarsa con un produzione Made in Italy non può non preoccupare il peso crescente conquistato dai produttori spagnoli. La Spagna ha una produzione di vino che ha superato i 39 milioni di ettolitri nel 2011 ed è quindi molto vicina a quella italiana e sembra percorrere nel settore la stessa strada intrapresa nell’olio di cui sono diventati stabilmente il primo fornitore italiano.

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