Si fa presto a dire canederli, ma cerchiamo di capirne qualcosa in più.

Intanto la parola deriva dall’italianizzazione di “Knödel” (plurale: Knödeln), termine tedesco che indica queste gustose “palle” tipicamente presenti nella cucina altoatesina e, più in generale, del nordest dell’Italia, oltre che nella cucina austriaca, tedesca, ceca, slovacca, polacca e slovena da oltre mille anni.
Partiamo da una prima distinzione: i canederli di pane (impasto a base di pane, burro, latte, sale e altri ingredienti a seconda del territorio) vengono serviti principalmente in brodo o come contorno alle carni e, soprattutto, al gulasch.
I canederli di patate (impasto con burro, uova, pane, patate, farina e sale) vengono serviti come pietanza principale e sono imbottiti in vari modi: quasi sempre con verdure, formaggio, carne affumicata o speck. In genere sono accompagnati con crauti rossi o bianchi.
Canederlo dolceI canederli dolci (impasto con acqua, burro, farina, sale e uova) contengono al loro interno un’albicocca o una prugna.

Si tratta di un dolce preparato al momento e servito caldo, ricoperto di zucchero e cannella, spesso accompagnato con crema di vaniglia.
A conclusione? Una grappa o un liquore di cembro, conifera dalle cui pigne si ottiene il distillato.

grappa di cembro

E ora? Ora dobbiamo andare ad assaggiarli, e per farlo dobbiamo andare in una trattoria specializzata, anzi, in una baita, la Knödelalm (“baita dei canederli”) per l’appunto.
Effettivamente non è proprio dietro l’angolo, ma se andate in Austria, e passate per la Stiria, si tratta di un posticino imperdibile e originale, dove sicuramente pochissimi turisti italiani sono riusciti ad arrivare…tramite questo riferimento internet: http://www.urig.at/

Roberto Pellecchia

Baita dei canederli

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