SALERNO. Oltre un anno fa denunciavamo come il nostro territorio fosse estremamente permeabile all’ingresso non solo di latte fresco estero ma addirittura di cagliate provenienti, in Italia,  principalmente da Lituania, Ungheria, Polonia, Germania, ma la loro presenza non veniva indicata in etichetta perché non è ancora obbligatoria l’indicazione di origine.

Oltre ad ingannare i consumatori, si tratta di una concorrenza sleale nei confronti di quei caseifici che utilizzano esclusivamente latte fresco, perché per produrre un kg di mozzarella “tarocca” occorrono 900 grammi di cagliata dal costo di meno di 3 euro/kg, mentre il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non può essere inferiore ai 6/7 euro/kg.

Venire  a sapere che nel Vallo di Diano, che rivendica il guinness dei primati della treccia più lunga del mondo, sia stata prodotta anche la mozzarella blu e che alcuni produttori caseari abbiano immediatamente sottolineato che “… i latticini, anche se colorati di blu, non provocano danno alla salute, ci fa comprendere come sia estremamente necessario ed urgente accelerare l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza del latte utilizzato per difendere i consumatori, i produttori ed i trasformatori che intendono valorizzare il territorio e le sue produzioni, senza doversi cimentare in argomentazioni a dir poco assurde, o nel caso di specie pittoresche”, di fronte al verificarsi di simili episodi.

D’altra parte Coldiretti non vuole creare allarmismi di alcun genere ed è consapevole del grande lavoro svolto dalle autorità preposte ai controlli, ma neanche può esimersi da richiedere che debba essere fatta piena luce sugli episodi verificatisi in quel territorio che contava il più alto numero di aziende lattiero-casearie, costrette a chiudere a causa dell’importazione di latte estero da parte dei caseifici.

Si dovrà, purtroppo, correre ancora una volta il rischio di dover registrare una riduzione degli acquisti di prodotti caseari a danno, indistintamente, di quelli fatti con latte o cagliate importate dall’estero e “spacciate” come Made in Italy , ma anche quelli realizzati con latte salernitano di qualità, il tutto a causa della mancanza di trasparenza nell’etichetta che consentirebbe di distinguerle.

Coldiretti, che lo scorso 2 luglio, a tutela del made in Italy, ha presidiato il Porto di Salerno, impegnata da sempre in un percorso di trasparenza e di legalità, esorta tutti gli organi di controllo a mantenere alto il livello di vigilanza a tutela della salute pubblica e contro le truffe che la mancanza di identità delle produzioni lattiero casearie vanno a ricadere sui cittadini e sugli imprenditori agricoli.

 

Aniello Ascolese     

Rispondi

Please enter your comment!
Please enter your name here