L’evento veronese si aprirà giovedì 7 aprile e si concluderà lunedì 11. La Campania esporrà nel padiglione B di Verona Fiere. Tra le iniziative in programma, è previsto un workshop sulla dieta mediterranea, dichiarata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Sono previsti come ospiti lo chef Alfonso Iaccarino ed il prof. Giorgio Calabrese.

Da qualche giorno, un bus rosso stile londinese sta girando per le diverse province, proponendo ai campani le eccellenze del vino locale.

I DATI.

Sono 30 mila gli ettari in Campania destinati a vigneti. Producono circa un milione e 700mila ettolitri di vino l’anno suddivisi, al momento, in 3 vini DOCG, 18 DOC e 9 IGT. I prodotti a marchio incidono sul prodotto interno lordo regionale nella misura del 22%.

La Campania si colloca all’ottavo posto della graduatoria delle regioni italiane produttrici di vino; incide sul totale della produzione nazionale per il 4 per cento e per circa il 2 per cento sulla produzione di DOC.

Per quanto riguarda l’export, nel primo semestre del 2010, si registra un incremento del 27,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009.

I COMMENTI.

“Quest’anno – sottolinea l’assessore Amendolara – risparmiamo 150mila euro per lo stand rispetto allo scorso anno ed incrementiamo allo stesso tempo il numero delle imprese presenti. Lo spazio espositivo si estende su una superficie di 5mila metri quadri all’interno del padiglione B della fiera veronese.

“Gli stand sono suddivisi in sei zone che raggruppano le aziende per provincia. Ogni città gestirà autonomamente uno spazio di degustazioni ed eventi mentre, al centro del padiglione ci sarà lo spazio istituzionale regionale.

“E’ importante sottolineare che si è sviluppata una sostanziale crescita del settore. In particolare, in linea con il trend nazionale, l’incremento riguarda imprese al femminile di cui il 70 per cento sono aziende che producono prodotti di alta gamma. Ma la vera novità del Vinitaly è che la Campania porterà non solo vini ma il territorio nella sua interezza, con riferimenti all’arte ed alla nostra storia, perché il legame con il territorio costituisce la nostra identità e l’irriproducibilità dei nostri vini”, conclude l’assessore regionale all’agricoltura.

 

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