Non è la mela del peccato di Adamo ed Eva, né tantomeno quella computerizzata di Steve Jobs, né quella avvelenata di Biancaneve, è molto di più. E’ un frutto prelibato che cresce in Campania: la mela limoncella. Di origini italiane antichissime, questo tipo di mela veniva coltivata soprattutto nell’area centro-meridionale (Campania, Abruzzo, Molise) in montagna o collina.

L’albero ha una fioritura abbastanza tardiva, ha chioma folta, attecchisce bene in terreni poco fertili ed è adatto per coltivazioni a basso impatto ambientale. La mela limoncella è così chiamata poiché ha un aroma asprigno, citrino, che ricorda gli agrumi. Ha la polpa molto croccante, la buccia gialla picchiettata di macchioline marroni sparse qua e là, è di piccole dimensioni ed ha una particolare forma oblunga a metà tra il cilindro ed il cono.

La buccia cerosa è particolarmente profumata, infatti in passato le donne usavano adagiare queste mele tra il bucato, per regalare ai tessuti il piacevole aroma di frutta. La raccolta avviene in ottobre e a partire da novembre sino a febbraio-marzo, ne avviene la consumazione. Se viene conservata in luoghi idonei (fruttai o anche in frigorifero), le sue proprietà organolettiche migliorano, sia in fragranza che in sapidità della polpa ed è infatti considerata tra le più pregevoli cultivar meridionali di mele.

Oggi è quasi in via di estinzione. Ad Agerola, in provincia di Napoli, queste mele ancora si coltivano ed hanno dimensioni leggermente più grosse, tanto da esser nominate “Limoncellone”. Si possono consumare cotte, fresche o in succhi. Sono adattissime nella preparazione del sidro. Nell’area beneventana, la mela limoncella è stata fatta rientrare nel progetto di Slow Food “Arca del Gusto”, che preserva le eccellenze gastronomiche, poco conosciute dall’inquinamento, dalla globalizzazione sfrenata, dalle tecniche agricole industriali.

Un proverbio antico recita: “Una mela al giorno, toglie il medico di torno”. Sarà vero? Una cosa è certa: mangiare mele, soprattutto biologiche ed autoctone, è un toccasana per il nostro organismo. Si consiglia una ricetta a base di questi frutti, simpatica ed alternativa per consumare le nostre mele, alleate del benessere quotidiano: “La Tarte Tatin Limoncella”.

tarte-tatinINGREDIENTI:
1 kg di mele limoncelle
50 gr di burro
20 zollette di zucchero
1 cucchiaio di zucchero a velo
1 confezione di pasta brisée

PREPARAZIONE:
In uno stampo per crostate a bordo alto sciogliete le zollette di zucchero in due cucchiai d’acqua, a fuoco lento. Ogni tanto verificatene la consistenza, girandole e togliendole dalla fiamma: bisogna porre attenzione a non bruciare il caramello.

Quando il caramello avrà acquistato un colore dorato, togliete lo stampo dal fuoco e fate in modo da distribuirlo lungo tutti i bordi del contenitore. Lasciate intiepidire il tutto e tenete da parte la pasta brisée. Sbucciate le mele e dividetele a spicchi, eliminando il torso. In una padella antiaderente fate sciogliere il burro, nel quale rosolerete le mele, finché acquisteranno un bel colore. Adagiate le mele con il dorso rivolto verso il fondo dello stampo, sopra il caramello, e spolverizzate con zucchero a velo.

Prendete il disco di pasta brisée, non più alta di mezzo centimetro, a mo’ di coperchio foderate lo stampo, facendo attenzione ad accostarla bene ai bordi. Infornate a 200-220 gradi per circa mezz’ora, dopodiché sfornate e lasciate riposare per sei minuti. Ancora tiepida, deponete la Tarte Tatin Limoncella in un piatto da portata e servitela ai vostri ospiti.

Annamaria Parlato

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