La ‘green economy’ non è un lusso per i paesi ricchi ma è, forse, l’unica via d’uscita possibile da una crisi mondiale che ha mostrato i limiti e i guasti causati da un modello di sviluppo in-sostenibile dell’economia e della produzione. Chi per primo lo capirà, per primo potrà imboccare la strada della ripresa economica e della crescita“.

Lo ha sostenuto Fabrizio De Pascale (Uila) intervenendo a Berlino alla conferenza sul tema “Sviluppo dei lavori verdi nel settore agricolo: contributo alla strategia Europa 2020” organizzata dall’Effat, il sindacato agricolo europeo.

Molte aziende, anche nel settore agricolo, lo hanno già capito e hanno avviato, anche in Italia, la loro piccola green economy riducendo l’uso di energia, acqua, metano e pesticidi, utilizzando di più le energie rinnovabili, gli scarti e i rifiuti, innovando in termini di qualità dei prodotti e sviluppando la loro vocazione multifunzionale” ha aggiunto De Pascale “quello che ancora manca è un segnale chiaro e forte da parte delle istituzioni per promuovere e incentivare questo processo che implica anche lo sviluppo di una nuova occupazione ‘verde’ non solo in senso ambientale ma anche economico e sociale“.

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