Nel pieno delle fioriture di pesche e nettarine è certamente troppo presto per fare previsioni sulla prossima campagna; in questi giorni, oltralpe, a Perpignan, si organizza Europech, un momento d’incontro tra operatori europei per discutere le stime produttive di albicocche, pesche e nettarine.
Fare previsioni con tanto anticipo è un esercizio più teorico che pratico tanto più quest’anno, caratterizzato da un andamento climatico particolare che ha rallentato notevolmente il ciclo vegetativo delle piante sia al Nord che al Sud dell’Italia.
Il CSO, invitato annualmente a prendere parte attiva al Convegno francese, in quella sede presenterà indicazioni sull’andamento delle colture in Italia, evidenziando che si tratta di semplici valutazioni che tengono conto solo dello stato attuale delle colture; per poter effettuare una previsione di produzione statisticamente corretta è necessario infatti conoscere i fattori climatici e agronomici che caratterizzeranno i giorni a venire.
CSO, come di consueto, effettuerà le previsioni di produzione ufficiali a livello nazionale, sulla base di una rilevazione oggettiva sulla carica dei frutti, a diradamento avvenuto. Tali dati solitamente sono disponibili attorno alla metà di maggio per le regioni meridionali e entro i primi giorni di giugno per le regioni più settentrionali, a seconda della stagionalità.
Al momento le indicazioni italiane su pesche e nettarine evidenziano un aspetto positivo importante e cioè la scalarità di maturazione delle principali aree a maggior concentrazione peschicola, con conseguente normale distribuzione dei calendari di produzione; tale situazione sembra quindi metterci al riparo dalle pericolose sovrapposizioni di produzione che hanno causato, in alcune annate, concentrazioni eccessive di offerta.
Le fioriture delle piante di pesche e nettarine al momento sono regolari in tutto il territorio nazionale a differenza di quanto sembra essersi verificato per gli albicocchi, dove invece si sono rilevati alcuni danni da freddo e da pioggia in piena fioritura, con prevedibile calo di produzione che sarà in parte compensato dall’incremento degli impianti in produzione.
Per quanto riguarda le superfici investite a pesche e nettarine a livello nazionale non si notano significative variazioni. In alcune aree la peschicoltura sembra mostrare una certa tenuta degli investimenti, in altre una lieve tendenza a ridurli, accompagnata in entrambi i casi da un’interessante specializzazione per aree vocate. L’offerta appare maggiormente caratterizzata da varietà innovative ad alto valore qualitativo, più apprezzate dai consumatori per l’elevata pigmentazione della buccia, l’ottimo grado zuccherino, la succosità.
Il panorama varietale rinnovato e la specializzazione in aree ad alta vocazionalità saranno in grado di dare alla nostra peschicoltura una immagine nuova anche sui mercati internazionali.

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